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Nell'intervista rilasciata dal direttore dell'area tecnica giallorossa Pantaleo Corvino a La Gazzetta del Mezzogiorno, si è parlato anche di nazionale e stranieri.
Un argomento che ha visto il Lecce essere tirato indirettamente in ballo dopo la disfatta italiana di EURO 2024, reo di aver troppi stranieri in squadra e di non puntare sul talento italiano.
Al direttore vernolese viene chiesto quindi il suo parere sulla questione stranieri nel calcio nostrano. Questa la sua risposta:
Se si vuole proporre calcio sostenibile, il vivaio è serbatoio per il futuro, soprattutto per le piccole società come la nostra in cui le risorse non possono e non devono diventare sprechi e l'equilibrio di bilancio conta quanto il risultato sportivo, se non più.
Perchè la globalizzazione non dovrebbe valere per il mondo del calcio?
Poi, il direttore continua parlando di un mondo ormai pienamente globalizzato, come dovrebbe essere anche il calcio.
Viviamo in un mondo globalizzato che garantisce la libera circolazione delle merci e delle persone.

Perchè non dovrebbe valere per l'industria-calcio che contribuisce in maniera significativa all'economia nazionale e a maggior ragione per i piccoli club come il Lecce?
Infine, parla della difficoltà di trovare talento nella nostra provincia:
Personalmente ho sempre cercato innanzitutto le potenzialità nei ragazzi salentini e pugliesi, ma se non le intravedo o se i sodalizi più blasonati se ne assicurano le prestazioni perchè hanno appeal e fondi, ho l'obbligo di rivolgermi ad altri mercati.
Per crescere, tra l'altro, i giovani hanno bisogno di scendere in campo, ma non tutti hanno il coraggio di dare loro il giusto spazio.